Si pensa che la “contemplazione e venerazione delle pietre” abbia avuto origine 2000 anni fa in Cina, dove si collocavano piccole pietre sugli altari per rappresentare isole, montagne leggendarie, associate alle credenze buddiste o taoiste.

Nel VI° secolo d.C. alcune di queste pietre arrivarono in Giappone.
I giapponesi adattarono questa filosofia ai loro credi; in epoca recente, hanno creato una classificazione che è in continuo aggiornamento, hanno divulgato quest’arte nel mondo intero, tanto che oggi gli appassionati sono centinaia di migliaia.
Tradizionalmente la pietra viene posizionata inserendola in una base di legno o pedana che si adatta ai contorni della base, oppure su vassoio molto piatto con sabbia o acqua.
Il termine Suiseki è l’abbreviazione di un’antica frase più complessa: SAN SUI JO KEI SEKI che letteralmente significa: PIETRE RAPPRESENTANTI SCENE NATURALI DI PIETRA ED ACQUA.
Durante il suo primo periodo di sviluppo, il Suiseki fu apprezzato sia per la bellezza sia per il suo simbolismo filosofico-religioso.
Per i buddisti, la pietra simboleggia il monte Shumi, il monte sacro che la religione colloca al centro del mondo.
Per i Taoisti, la pietra simboleggiava Horai, il paradiso taoista.
Per i credenti della dottrina filosofica del Ying e dello Yang, una pietra su un vassoio con acqua simboleggia le due forze fondamentali dell’universo: la pietra simboleggia lo Yang (dura, solida, secca, calda, forte, brillante, scabra, penetrante) e l’acqua il Ying (soave, fugace, umida, fredda, oscura, misteriosa, debole, passiva, delicata, sensitiva, ricettiva).

A parte queste considerazioni, il Suiseki è una forma d’arte e di collezionismo che va profondamente radicandosi nell’apprezzamento di molti occidentali, siano essi cultori dell’arte del Bonsai oppure no. La Pietra arriva fino a noi attraverso traumatiche e sconvolgenti trasformazioni durate millenni, assumendo forme così stupendamente perfette e significative, tali da lasciarci increduli ed ammirati.
Importanti Maestri sostengono:
“Come il genere umano e’ nato nella debolezza, così è per la pietra. Adattamenti e lotte con l’ambiente circostante l’hanno formata. Coloro che possono comunicare con una pietra sviluppano l’amore per la natura e l’abilita’ di accettare e sopravvivere alle pressioni della vita che ci modellano. Gli Appassionati di Suiseki tendono ad essere modesti, amano la pace e la natura, sono consapevoli che nulla si può ottenere senza sacrificio.
Uno non può imbrogliare, non può mentire a se’ stesso e deve essere in grado di accettare l’imprevedibilità del fato.”
M. Paiman-Presidente della Indonesian Suiseki Association

“Un gran Suiseki indurrà l’osservatore non solo ad apprezzare la grandezza della natura, ma a capire ciò che può essere definito come la creazione divina dell’intero universo e comprendere la bellezza della semplicità ” naturale.”
Susumu Sudo

“Un Suiseki terminato e’ un tesoro. Ha il potere di farci ricordare avvenimenti del passato, montagne, foreste, fiumi, cascate, ghiacciai, crepacci. Per qualcuno, come dice anche l’antica religione Shinto, il Suiseki e’ imbevuto di spirito e divinità. Parte della mistica e dello spirito del Suiseki sta nelle sue qualità permanenti e peraltro effimere. Quello che fa di un Suiseki una sublime forma d’arte, e’ la consapevolezza che lo sviluppo dell’aspetto ha richiesto centinaia di milioni di anni e che ancora la pietra cambia la sua personalità a seconda di come la si osserva in diverse circostanze”.
Felix G. Rivera-Albany-California-U.S.A.

” Milioni di anni sfilano via che pare esserci su questa crosta terrestre, sempre in eterno movimento, sottile buccia di rottura, accavallamento, sprofondamento, innalzamento. I nostri Palombini si fratturano, si rinsaldano, cicatrizzano accattivando con incisioni di calcite, con cristallizzate vene di quarzo ed ancora sprofondano, ancora risalgono, emergono qua e là, finalmente! E’ una lunga storia come solo la storia del mondo sa essere, in essa viviamo quel poco che ci e’ dato vivere e non sempre ne siamo consapevoli. Questa storia adesso l’ho tra le mani ed e’ ciò che vorrei mostrarvi: non e’ miracolo, non e’ per caso; e’ il creato, e’ VITA.”
Luciana Queirolo-Presidente Club Suiseki Unici di Liguria-Italia