Voglia di tranquillità

di Sergio Bassi

Questa è una pietra molto particolare e non posso fare a meno di accennare alla sua storia.

Eravamo a casa di Luciana Queirolo, stavamo visitando la sua collezione all’esterno della casa, vedo questa pietra, la sollevo e mi scappa un “bella”. Luciana era vicina a me, mi sentì e mi disse: se ti piace la puoi prendere.
La mia affermazione si basava soprattutto sul tipo materiale, assente nella mia collezione, siccome adoro e cerco sempre materiale diverso dal solito, fui ben felice del regalo.

Dopo alcuni giorni volli iniziare a fare il suo daiza, la guardai con più attenzione e mi resi conto che nel “sotto” di come la vedevo c’erano delle protuberanze molto fastidiose che rendevano davvero complicato il lavoro. Solo allora la girai “sotto sopra” e l’immagine di una capanna a due piani era molto nitida. È la conferma che non sempre la prima impressione è quella giusta.
In verità le capanne a due piani non sono molto realiste, ma questo è ciò che ci vedo. Le “protuberanze fastidiose” sono diventate un camino ed il tetto “di paglia” della capanna.

Foto 1

Foto 2

 

 

Nelle prove che ho fatto (foto 1 e 2) ho messo la pietra perfettamente verticale, ma così le “tettoie” nascondono le facciate che sono molto interessanti.Per liberare la visuale ho dovuto inclinare la pietra verso il dietro, senza esagerare per non compromettere la stabilità.

 

Questa soluzione mi soddisfa anche se il daiza sarà più complicato. I problemi non finivano qui.
A mio giudizio non potevo fare una base precisa sui punti d’appoggio, perché sono molto piccoli rispetto alla pietra che è molto pesante e non mi faceva stare tranquillo per la stabilità. Un daiza largo sarebbe stato troppo vistoso e probabilmente avrebbe nascosto la base. Ho optato per una via di mezzo; piccola sui punti d’appoggio e larga a simulare il terreno dove sorge la capanna.
Le foto mostrano le varie fasi della costruzione.

Vedendo il daiza finito senza pietra possiamo notare la grande differenza fra il fronte piuttosto alto ed il dietro bassissimo
Come legno ho utilizzato il castagno, non molto adatto per questi lavori in quanto questo legno è poroso ed ha venature evidenti, ma in questo caso mi aiuta in modo discreto a creare la sensazione di un terreno curato dai proprietari.

Con pietre paesaggio non farei mai una cosa simile, ma secondo me le pietre oggetto si prestano per daiza creativi.

Non facile trovare un nome poetico, ho pensato che il luogo dove le persone vivono, casa o capanna è un rifugio che esaudisce la loro “Voglia di tranquillità”.

 

Questa foto è stata fatta durante una prova al Congresso AIAS di Pisa nel novembre 2021, l’idea era di rappresentare la stagione con lo schikisci e nello stesso tempo alleviare il freddo con una tazza di thè. Successivamente l’esposizione è stata modificata spostando la tazza sulla destra e riequilibrando il tutto.

 

Sergio Bassi